Le maschere del teatro tradizionale giapponese

Le origini del teatro in Giappone (日本伝統芸能)…

Le origini del teatro giapponese risalgono all’XI secolo (circa 1000 anni fa); allora esisteva un genere teatrale chiamato “Sarugaku”.

Il Sarugaku era un mix di danza, canto, commedia e magia che intratteneva persone a caso, per strada.

Un'altra forma di teatro antica, ”Dengaku”, era eseguita come cerimonia rituale di preghiera per un buon raccolto prima di piantare il riso.

Nel XIV secolo, queste due arti furono combinate in una nuova arte scenica, eseguita nei santuari shintoisti. Nell’era Muromachi,

la popolarità crescente trasformò questa arte scenica rituale in una performance teatrale, che ottenne il sostegno dello Shogun Ashikaga Yoshimitsu,

in quanto sua forma d'arte preferita.

Gli autori responsabili dello sviluppo del Teatro Noh (能) che vediamo regolarmente eseguito e apprezzato oggi, erano padre e figlio.

Il padre, Kan’ami, cambiò il canto in un tipo di musica ritmica. Il figlio, Zeami, aggiunse grazia alle storie comiche, inserendo gli atti sul canto/danza.

Grazie a loro, quello che una volta era un rituale dello shintoismo, divenne un elemento

fondamentale dello spettacolo, di cui godevano i potenti nei teatri.

Il fatto che gli spettacoli del teatro Noh fossero apprezzati dai nobili, lo fece diventare una parte fondamentale dell'educazione generale dei Samurai, individui di alta classe e rispettati.

Come parte dell’armatura, i samurai indossavano una maschera ‘Menpò’, complemento all’elmo ‘kabuto’ per la protezione del volto. Sono maschere che rappresentano personaggi teatrali tradizionali

come il vecchio (Okina-men), il demone silvano (tori-Tengu) o la donna (Onna-men). Tutte quelle maschere sono ospitate nel museo dell’arte tradizionale Giapponese.

La performance del Teatro Noh si basa su storie tradizionali, che includono esseri soprannaturali della letteratura giapponese.

Il Noh si è quasi completamente perso, durante il periodo dell'occidentalizzazione e della seconda guerra mondiale, ma è riuscito a sopravvivere grazie al duro lavoro degli attori Noh.

Nel 2001 l'UNESCO ha dichiarato il Noh "Capolavoro della tradizione orale umana e patrimonio immateriale". Grazie a questo, il Noh ha riguadagnato la sua popolarità dentro e fuori il Giappone.

Originariamente eseguita solo da uomini, dopo la seconda guerra mondiale anche le donne potevano recitarvi. Oggi chiunque può imparare l'arte del Teatro Noh.

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Maschere del teatro…

Le maschere Noh sono chiamate in giapponese “Omote” o “Noh-men”.

Sono una parte fondamentale e servono a caratterizzare un certo ruolo.

Il narratore “Waki” non indossa la maschera. La maschera viene usata dall'attore

che rappresenta il ruolo principale, “Shite”, e dal suo compagno, “Tsure”.

Le recite di Noh hanno di solito non più di 2-3 attori.

Gli attori Noh usano queste maschere speciali scolpite nel legno di "cipresso"

giapponese (檜 “Hinoki”). Queste maschere sono dipinte, sulla fronte, con pigmenti naturali.

Esistono circa 450 maschere diverse, basate su 60 tipi, ognuna con il suo nome specifico.

Alcune di queste maschere sono usate in molti spettacoli diversi, altre sono molto specifiche

e quindi utilizzate solo in uno o due spettacoli. A seconda dei ruoli, le maschere Noh

rappresentano gli dei o i fantasmi, i demoni o una donna.

Le più famose tra le maschere del teatro Noh sono Hannya, Tengu, Okina, OnnaHyottoko

e Okame. Le maschere sono dipinte in modo particolare, tale da risaltare con le luci del

palcoscenico. Quando l'attore vuole mostrare la felicità, guarda leggermente in alto per

catturare e riflettere più luce, per mostrare la tristezza, al contrario, guarda leggermente

in basso per raccogliere più ombre sulla maschera.

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L'era Edo (1603-1868)

fu un'epoca di pace dopo un lunghi anni di guerra civile. Durante questo periodo nacquero ​​molti degli elementi della cultura giapponese che conosciamo oggi.

Fu anche l'ultima epoca con i Samurai ancora presenti.

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Differenza tra Noh e Kabuki…

Gli attori principali e i musicisti Noh (能) sono altamente qualificati, usano bellissime maschere e costumi tradizionali fatti a mano, per eseguire lo spettacolo basato sulla danza.

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Il Kabuki (歌舞伎 - abilità, canto, ballo) è uno spettacolo di danza drammatica tradizionale, noto per i suoi "costumi affascinanti ma bizzarri" e per il “trucco" del viso dei suoi artisti.

Il Kabuki non usa maschere intagliate.

Articolo scritto da Vladimir Zaicek, Maria Grazia Simeone, Marco Morelli

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